"L’introduzione di un target addizionale al 2025 – quindi a distanza di pochi anni dai target 2021 – non dà all'industria tempo sufficiente per le modifiche tecniche e progettuali che si renderanno necessarie sia sulle vetture che sui veicoli commerciali leggeri, che hanno, inoltre, cicli di sviluppo e produzione più lunghi". E' il commento della filiera automotive italiana sul secondo pacchetto mobilità proposto dall'UE che considera "troppo oneroso" il target del taglio emissioni del 30%, pur accogliendo "positivamente" il fatto che i nuovi obiettivi siano collegati alla data del 2030, essendo coerente con le tempistiche già definite dai Capi di Stato dell’UE per l’accordo sul Clima e l’Energia 2030. L'ANFIA, considera "raggiungibile, a costi elevati ma accettabili, un target di riduzione del 20% per le autovetture". Secondo l'associazione, gli obiettivi di riduzione della CO2 possono dare una notevole spinta all'innovazione nell'industria automotive, ma l'attuale proposta non prende in adeguata considerazione la bassa e frammentata penetrazione sul mercato europeo dei veicoli a propulsione alternativa". Infatti, il raggiungimento di un target al 2030 è legato anche alla penetrazione sul mercato dei veicoli a propulsione alternativa.