Premier britannico Johnson ammette: risultato Cop26 "venato di delusione"
15 novembre 2021
Premier britannico Johnson ammette: risultato Cop26 "venato di delusione"
Qualcuno ha pensato che si poteva fare di più, altri l'hanno definita una svolta storica: la conferenza internazionale sul clima di Glasgow (Cop26) lascia gli osservatori interdetti e, in eredità, un accordo che è stato definito "annacquato" a causa dell'opposizione di Cina ed India. Il Premier britannico Boris Johnson l'ha definito un accordo "storico", poiché il carbone viene "condannato a morte", e rappresenta "quel punto di svolta che il mondo aveva bisogno di vedere", grazie all'abbassamento del target di innalzamento della temperatura sotto gli 1,5 gradi Ma l'esito - ha ammesso - è "venato di delusione" perché come sempre si poteva fare di più. "La storia è stata fatta qui a Glasgow", ha detto invece il Presidente della Cop26 Alok Sharma, che aveva commentato i punti mancanti dell'accordo con un "capisco la delusione, ma è vitale proteggere questo pacchetto". Il vertice è stato un flop per gli ambientalisti più convinti come Greta Thundberg, secondo cui i lavori sono stati un "bla,bla,bla", mentre "il vero lavoro continua fuori da queste stanze". Ecco cosa si è deciso Tre sono punti fermi dell'accordo firmato dalla quasi totalità dei 200 Paesi del mondo: l'impegno a mantenere l'innalzamento della temperatura entro gli 1,5 gradi centigradi rispetto all'era pre-industriale (un passo avanti rispetto all'Accordo di Parigi che fissava il tetto in 2 gradi centigradi); l'impegno a ridurre entro il 2030 le emissioni di CO2 del 45% rispetto ai livelli del 2010 ed a dimezzarle entro il 2050; l'impegno a riformulare entro il 2022 i piani nazionali per la decarbonizzazione. Ma si poteva ottenere di più La Cop26 in realtà aveva ambizioni più grandi ed alcuni punti sono stati stralciati all'ultimo minuto, per l'opposizione di Cina ed India, ancora restii a decretare lo stop assoluto alle fonti fossili e più inquinanti. E così l'India è riuscita a cambiare la formulazione del comunicato finale sulle centrali a carbone, facendo sostituire il termine "eliminazione graduale" con "riduzione graduale". L'altro punto di compromesso riguarda l'eliminazione dei sussidi alle fonti fossili, poiché Pechino e Nuova Delhi hanno fatto notare che non è compito dell'ONU dare prescrizioni sulle fonti energetiche e perché è giusto che i Paesi in via di sviluppo abbiano diritto ad una quota "equa" di emissioni di carbonio (carbon budget).
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