Autostrade, dal 2026 rimborso pedaggi in caso di cantieri
3 dicembre 2025
Autostrade, dal 2026 rimborso pedaggi in caso di cantieri
Via libera del Consiglio dell'Autorità di regolazione dei trasporti (Art) alla delibera che introduce il diritto al rimborso del pedaggio autostradale in caso di disagi dovuti alla presenza di cantieri e in caso di blocco del traffico dovuto a cause diverse (a esempio incidenti, fenomeni meteo). Un provvedimento unico nel suo genere e molto atteso, che era stato annunciato lo scorso settembre dal presidente Nicola Zaccheo nella Relazione annuale al Parlamento. Le misure sui rimborsi nascono dalla volontà di offrire maggiori garanzie ai cittadini che, sempre piu' spesso, si trovano a fronteggiare rallentamenti e disagi legati alla presenza di cantieri o a blocchi del traffico. "Con questa delibera - ha dichiarato Zaccheo - l'Autorità ribadisce un principio essenziale: il pay per use, il pedaggio deve essere sempre equo e proporzionato al servizio effettivamente usufruito. E' un atto di tutela verso i viaggiatori". In caso di cantieri o blocchi del traffico, dal 2026 arriverà il rimborso agli automobilisti per i disagi subiti. La proposta del Ministro Salvini ha infatti ricevuto il via libera dall'Autorità di Regolazione dei Trasporti, che ha riconosciuto il diritto al rimborso del pedaggio autostradale in caso di criticità di scorrimento legato alla presenza di cantieri e in caso di blocco della circolazione dovuto a cause diverse. Il Ministro Salvini ha espresso grande soddisfazione per una misura spartiacque che risponde all'esigenza di offrire maggiori garanzie ai cittadini che si trovano a fronteggiare rallentamenti e disagi legati alla presenza di cantieri o a blocchi del traffico. Lo fa sapere il Mit in una nota. Le misure sui rimborsi si applicheranno entro il primo giugno 2026 per i casi di blocco della circolazione e per la presenza di cantieri su percorsi che insistono interamente sulle tratte gestite dal medesimo concessionario; entro il primo dicembre 2026 per i rimborsi in caso di cantieri presenti su percorsi che insistono su tratte gestite da più concessionari. “La decisione dell’Antitrust di riconoscere agli abbonati Metrebus oltre 3 milioni di euro in rimborsi per le carenze del servizio registrate tra il 2021 e il 2023, ribadisce un principio fondamentale: se il servizio non funziona, l’utente ha diritto a un ristoro. Parliamo però di importi simbolici rispetto ai disagi vissuti dai cittadini. L’indennizzo deve diventare una garanzia strutturale, non un’eccezione”. Lo afferma Martina Donini, Presidente nazionale Udicon (Unione per la Difesa dei Consumatori). Udicon ha partecipato al procedimento segnalando ritardi, soppressioni e carenze informative che negli ultimi anni hanno reso il servizio poco affidabile. L’associazione non considera sufficienti gli impegni accettati in sede AGCM: si tratta di misure minime rispetto ai disservizi accumulati e non possono essere interpretate come una risposta adeguata. La decisione prevede 5 euro di rimborso per ogni abbonato annuale 2024, più ulteriori 5 euro per chi era abbonato anche tra il 2021 e il 2023, oltre a un nuovo sistema di indennizzo tramite app: in caso di ritardi superiori ai 15 minuti, gli utenti potranno ottenere un rimborso di 0,50 euro sotto forma di credito digitale. “Il nuovo borsellino elettronico per i ritardi è una novità interessante – aggiunge Donini – ma sarà davvero utile solo se funzionerà in modo semplice, trasparente e senza ostacoli burocratici. Gli utenti non possono essere costretti a inseguire ciò che gli spetta. Sarà fondamentale verificare in concreto il funzionamento del sistema di rimborsi nell’app, visto che la gestione dei dati e delle segnalazioni dei ritardi resta in capo ad Atac”. “Roma ha bisogno di un trasporto pubblico affidabile, non di soluzioni tampone. Gli impegni assunti devono tradursi in miglioramenti reali e misurabili della qualità del servizio”, conclude Donini. "Bene, passo avanti importante, anche se non ancora sufficiente. Si è finalmente introdotto il sacrosanto principio che chi viaggia in autostrada ha diritto di poter andare velocemente e non certo di restare in coda per ore. Ora speriamo, però, che a questo primo passo ne seguano altri" afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. "Se l'automobilista resta imbottigliato, ad esempio, dovrebbe aver ha diritto non solo alla restituzione dell'intero importo pagato, ma, nei casi più gravi, laddove vi è stato un notevole disservizio e un forte disagio in termini di code, anche a un indennizzo supplementare. Indennizzo che, laddove vi siano responsabilità del gestore, ad esempio nel caso il consumatore non venga colpevolmente informato dei rallentamenti prima dell'ingresso in autostrada, dovrebbe avere un valore fortemente dissuasivo, sanzionatorio. Prevedere non solo un rimborso ma anche un risarcimento del danno, è possibile, essendo previsto dall’articolo 37, comma 2, lettera e, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, che dà il potere ad Art di definire i diritti dei consumatori anche di natura risarcitoria" prosegue Dona. "Negativo il fatto che per le concessioni già vigenti sarà possibile il 100% del recupero delle somme versate agli utenti per gli anni 2026 e 2027 e via via a scalare fino al 2030. Pur comprendendo la necessità tecnica di un compromesso, essendo le concessioni già vigenti, con diritti acquisiti, resta evidente che per anni mancherà una vera penalizzazione per chi offre un servizio pessimo agli utenti, visto che i costi saranno comunque scaricati sugli automobilisti" conclude Dona.
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